Televisione – Intervista a Papa Francesco da Fabio Fazio.

Nella puntata di Che tempo che fa, andata in onda domenica 14 gennaio, sul canale Nove del digitale terrestre, in collegamento da Casa Santa Marta – Roma, dopo quasi due anni dall’ultimo incontro televisivo, il giornalista e presentatore Fabio Fazio ha realizzato un’intervista a Papa Francesco, che si racconta: «Fino a quando ho la capacità di servire, andrò avanti. È difficile fare la pace. Non so perché c’è qualcosa di autodistruttivo dentro. Nel 2014, sono andato al sacrario militare di Repuglia ed ho pianto. La speranza è come la forza che ci porta avanti, non delude mai. L’immagine della speranza è come l’ancora. I popoli che sono chiamati ad essere fratelli, invece si fanno la guerra. Proprio la guerra è iniziata all’inizio, con Caino ed Abele. Si tratta di un’azione egoistica, che ha come gesto prendere nel far proprio. Mentre la pace, porge la mano. Pensiamo ai tragici conflitti, che stanno attraversando il nostro tempo. Le guerre sono sempre fatte per distruggere. Guardiamo all’immagine della Crimea, dell’Ucraina. Incontro con la delegazione Ucraina – Mercoledì scorso, 10 gennaio, è venuta a Roma, una delegazione dell’Ucraina insieme ai loro genitori, che hanno visto qualcosa della guerra e nessuno di loro, sorrideva. I bambini avevano dimenticato il sorriso e, questo è criminale. Sono gli scartati, ma togliamo loro il futuro, mettendoli ai margini della società. Questo è terribile. Adesso nel mese di giugno, ci sarà il primo incontro mondiale con i bambini, per attirare l’attenzione che appunto loro, i bambini sono il futuro per le cose che gli daremo; altrimenti li faremo crescere male. Con i bambini non si gioca, c’è un futuro. Abbiamo la possibilità di scegliere tra il bene ed il male, come i fratelli Caino ed Abele. L’uomo è libero anche se molte volte è condizionato dalle condizioni politiche e sociali. Il perdono è per tutti. Una cosa che mi ha detto una persona, molto saggia: Dio non si stanca di perdonare. Dio perdona sempre, tutto. Ma noi non dobbiamo stancarci mai di chiedere perdono. Potremmo dire, che si tratta di un passo d’amore. Il Signore non si stanca di perdonare; questo non dimentichiamolo, mai. Abbiamo due direzioni possibili, allontanarci o avvicinarci al Signore, il quale è vicino, compassionevole e misericordioso. Non bisogna andare avanti, imponendo con il nostro egoismo. Si può chiedere tutto al Signore, perché non si stanca di perdonare. Chiedete ed avrete. Una saggezza cristiana, insegna a bussare alla porta di Dio. La Chiesa porta tutti a casa, dentro. Questo è l’invito del Signore. Talvolta quando non si accetta una decisione è perché non si conosce. Il Signore benedice tutti coloro, che sono capaci di essere battezzati, ovvero ogni persona. Le persone devono andare in colloquio, per essere aiutati a raggiungere e percorrere la giusta strada. È un lavoro molto importante per i confessori. Occorre perdonare sempre, perché stesso il Signore ha perdonato sempre. Serve la riforma del cuore per tutti i cristiani, secondo una finalità. Può essere una cosa meccanica, ma il cuore va riformato tutti i giorni; nel cambiare il cuore continuamente e, stare attenti a ciò che succede per migliorare». Migranti – Con il problema dei migranti, c’è tanta crudeltà. Ad esempio, vi è un libro intitolato “Fratellino”, che racconta anni di schiavitù, di torture, la storia dura della migrazione. Dobbiamo prendere questo rilevante problema dei migranti tra le mani ed andare avanti. Quello di rimanere in patria, rappresenta un altro diritto». “Non dimenticate di pregare per me” – «Per rimanere fedele all’educazione che il Signore mi ha dato, chiedo di non dimenticare di pregare per me, a conclusione dell’Angelus. Il Papa deve conoscere com’è il gregge, per aiutare ed andare avanti. Non mi stanco di essere Pastore. Immagino il Signore come un Papà generoso, che riceve suo figlio, mi piace immaginarlo con un suo abbraccio. Il Signore ci invita ad andare avanti e non si scandalizza dei nostri peccati, ma ci accompagna per condurci e, dunque salvarci».

Argentina – Mi preoccupa in Argentina, dove il Paese sta soffrendo. Dovrò fare un viaggio nella seconda parte della metà del 2024».

Qual è il primo ricordo, la prima cosa, un momento che le viene in mente pensando a casa sua, in Argentina?  «I nonni, quando mi portavano a casa loro. E dopo pranzo nel pomeriggio, quando tornavo a casa. Questo è un bel ricordo, che porto con me».

C’è qualcosa che le fa paura, Santo Padre? «Qualche cosa, sì. Mi fa paura per esempio, questa escalation bellica, infernale: ecco, perché questo portare avanti non sai bene come andrà a finire. Con le armi atomiche, che distruggono tutto. Come finirà? Come l’Arca di Noè? Questo mi fa paura, ovvero la capacità di autodistruzione che ha l’umanità».

E, c’è qualcosa invece, che nel suo quotidiano la fa ridere, o sorridere?  «Il sorriso dei bambini. Parlare ed ascoltare i bambini. «E, poi parlare con i nonni, che hanno saggezza ascoltando le loro storie di vita».

È d’accordo con chi dice, che il senso della vita sia imparare ad amare, trattandosi della cosa più importante, che possiamo fare nella nostra esistenza? «Riguarda una grande verità, così la si può riassumere. Cambiare la vita, nell’imparare ad amare di più. Nel cammino della vita, bisogna sempre imparare ad amare di più. Ma c’è tanta gente, che ha dato esempi amorevoli e, che darebbe la vita per gli altri. Imparare ad amare, mi piace davvero, come formulazione».

Santo Padre, questa sera, non ha soltanto dialogato con noi, ci ha consolato e, ci ha abbracciato. Nel ringraziarla, vorrei restituirle l’abbraccio più affettuoso, che si possa immaginare, a lei, che tanti di noi, l’aspettavano da tanto tempo. E ringraziarla per la luce, che libera nelle nostre vite e, per il suo sguardo sull’umanità intera, che ci consola e ci protegge. E nel salutarla e, nel dirle ciò; vorrei aggiungere se vuole rivolgersi direttamente a chi, ci sta guardando, su qualcosa, che vorrebbe dire, stando davanti alla televisione? «Grazie per averci regalato questo dialogo. Grazie per essere vicino. Vi chiedo di pregare per me, perché vada sempre avanti, perché non fallisca nel mio dovere. Grazie».

Intervista a Papa Francesco da Fabio Fazio