Cultura – Il 16 ottobre si celebra San Gerardo Maiella, protettore delle donne incinte.
Gerardo Maiella è stato un religioso della Congregazione del Santissimo Redentore. Beatificato da Papa Leone XXI nel 1893, fu canonizzato da Papa Pio X, nell’anno 1904.
Figlio di un modesto sarto di nome Domenico originario di Baragiano e di una donna del popolo, Benedetta Galella, Gerardo Maiella nacque a Muro Lucano, in provincia di Potenza il 6 aprile del 1726.
Gerardo, che già avvertiva da molto tempo la chiamata del Signore alla vita religiosa, cercò di essere ammesso tra i frati cappuccini della sua città natale, ma ciò fu invano, a causa della sua salute cagionevole.
Conobbe nel 1748 un gruppo di sacerdoti redentoristi in una missione popolare, e si unì alla nuova famiglia religiosa.
Lasciando un biglietto a sua madre, che recitava: “mamma, perdonami, vado a farmi santo”, Gerardo, si unì alla compagnia dei missionari redentoristi, da quali su accettato dopo diverso tempo.
A Deliceto, conobbe Domenico Blasucci.
Fu un lavoratore instancabile.
Gerardo si contraddistinse sempre per il suo spirito di penitenza e per una giocondità d’animo non comuni.
Il 16 luglio 1752, festa del Santissimo Redentore, pronunciò i voti solenni nella Congregazione Redentorista fondata da Sant’Anfondo Maria de’ Liguori. Non trascurò la penitenza e la preghiera.
I fedeli lo ricordavano dotato del cosiddetto “dono dei miracoli”; i fatti prodigiosi e legati alla sua persona furono tanti da meritargli in vita la fama di taumaturgo.
Fra i tanti ricordati dalla tradizione, ne citiamo alcuni.
Partiamo dal miracolo del mare avvenuto nella città di Napoli: in località Pietra del Pesce una folla assisteva agli sforzi inutili di alcuni marinai, durante il mare in tempesta, cercavano di salvarsi.
Gerardo arrivato sul luogo, iniziò a camminare sul mare e, afferrata la barca «con due ditelle», la trascinò a riva.
Un altro miracolo degno di nota, fu quello riguardante alla moltiplicazione delle derrate in occasione della carestia (1754).
Per sfamare tutti, Gerardo, vuotò letteralmente le dispense che, miracolosamente, si riempivano di pane e di ogni ben di Dio.
Gerardo, riscosse dal popolo un’ammirazione straordinaria.
Si narra, infatti, che quando passava di paese in paese, ali di folla lo aspettavano sui margini delle strade per avere la sua benedizione o per vedere soltanto questo umile fraticello che, sempre col sorriso, si sforzava di salutare tutti.
Ricchi, poveri, nobili, borghesi, umili facevano a gara per poterlo ospitare e godere della sua presenza.
Era conosciuto come “Il padre dei poveri” – così lo chiamavano – “l’Angelo” e “L’Apostolo della Valle del Sele.
Gerardo Maiella oggi, è universalmente invocato come protettore delle donne incinte.
La leggenda narra che poco prima di morire aveva fatto finta di dimenticare, a Oliveto Citra, un suo fazzoletto presso la casa di una famiglia che l’ospitava.
Una bambina voleva restituirglielo, ma lo stesso Gerardo, le disse di tenerlo perché un giorno le sarebbe servito.
Trascorsi alcuni anni – Gerardo era già morto – la bambina, diventava sposa, gridava per le doglie del parto, quando i medici non le davano speranze. Si ricordò del fazzoletto di Gerardo e volle posizionarlo aperto sulla pancia.
Appena compiuta l’azione, i dolori terminarono, e da donna riuscì a dare alla luce il suo primo figlio senza difficoltà.
Gerardo Maiella morì di tisi all’interno del convento redentorista di Materdomini di Caposele, in provincia di Avellino, quando aveva soli ventinove anni – il 16 ottobre del 1755, a seguito di un breve periodo trascorso a letto, attraverso il quale si racconta che non mancarono fatti prodigiosi.
Il culto del Santo è presente in diverse parti del mondo, ed è particolarmente vivo nelle zone da lui visitate come Deliceto, i paesi della provincia di Avellino, dove troviamo Lacedonia e Materdomini, che ne conserva le spoglie mortali, ed ancora Castelnuovo di Conza, Laviano, Santomenna, Contursi Terme, Corato, Buccino, San Gregorio Magno, Muro Lucano, Baragiano, Vietri di Potenza, Potenza, Pescopagano, Monopoli, Molfetta, Tropea, San Giorgio del Sannio.
Un suo santuario lo troviamo anche nel territorio del comune di Piedimonte Etneo, e un altro santuario stesso a lui dedicato si trova a Sant’Antonio Abate, comune della provincia di Napoli, di cui è compatrono, e laddove è stato fondato, nell’anno 1930, l’ordine delle Suore Gerardine di Sant’Antonio Abate.
Nel 129esimo anniversario della sua Beatificazione, il 29 gennaio del 2022, a San Giorgio del Sannio, dove il Santo operò strepitosi prodigi (nel 1867 e nel 1901), la Chiesa Madre del paese ha preso la denominazione di Santuario in onore di San Gerardo Maiella.
Ancora dall’aprile del 1903 a Lanzara, è attiva l’Associazione delle Gerardine.
Il culto si è diffuso in maniera capillare anche in Europa, Oceania e America.
Incessanti i pellegrinaggi alla sua tomba. Ad esempio, si calcola che ogni anno, più di un milione di pellegrini vi si recano per venerare le sue spoglie mortali.
Inoltre il suo Santuario è particolarmente frequentato dalle giovani mamme. Riguardo ciò, possiamo dire, essere degna di nota, la stupenda “Sala dei fiocchi”, le cui pareti e il cui soffitto sono ricoperti da migliaia di fiocchi rosa e celeste che le mamme, in segno di ringraziamento, hanno nel corso degli anni, donato al Santo.
Il libro liturgico romano fissa la sua memoria il 16 ottobre.
A Materdomini, e a Caposele, inoltre, è venerato anche la prima domenica di settembre.