Spettacoli – Agustina Toia, l’intervista.
Originaria di Rosario, la città più grande e popolosa della provincia argentina di Santa Fe, classe 1984.
Costante, determinata, ponendo sempre una cinica maestria e destria scenica ogni qualvolta sei protagonista. Attrice, regista, drammaturga e produttrice di teatro e cinema. Siamo lieti di averti oggi come ospite. Grazie per aver accettato l’invito.
Benvenuta Agustina Toia a topnewspop
Così si racconta Agustina Toia, ospite nella mattinata di sabato 26 ottobre – nel corso di un’intervista rilasciata a topnewspop
Domenica 27 ottobre sarai in scena in Italia al FaziOpenTheater di Capua in “Le Giovanne, un’eresia cosmica” inserito nella sezione Teatri d’Innovazione per la Rassegna Nazionale di Teatro – Danza – Arti Performative che vede l’ideazione artistica di Antonio Iavazzo, e l’organizzazione generale di Gianni Arciprete.
Si tratta di un profondo omaggio all’universo femminile ispirata alle vite di otto Giovanne della storia: Giovanna D’Arco, Giovanna La pazza, Juana Azurduy, Juana de Ibarbouru, La Papessa Giovanna, Giovanna Marturano, Sor Juana Inés de la Cruz, Juana Manso. Donne che combattevano per i loro ideali, amavano follemente, si fingevano uomini per sfuggire al loro destino, subirono violenze domestiche dipendenze e abusi di potere, vennero perseguitate e condannate. Ci racconti? «Le Giovanne che hai nominato sono quattro latino-americane e quattro europee. Sono donne che sono andate in guerra, hanno vissuto il carcere, il convento, hanno lottato dall’Ottocento, dal 1600, dal 1400. Vengono da diversi momenti della storia come la Papessa Giovanna, la Giovanna D’Arco. Ed ho cominciato a pensare, come mai tutte le donne si chiamano Giovanne? Ed hanno avuto in comune un pò le stesse storie, questa strada profonda che hanno compiuto nella lotta per l’indipendenza. Lo spettacolo parla di ognuna di loro. E ogni Giovanna verrà stesso da me, interpretata. Lo show è un profondo omaggio all’universo femminile che prende come punto di partenza dalle vite delle otto Giovanne, ma per parlare al tempo stesso di tutte quante noi».
“Le Giovanne, un’eresia cosmica” è stato nominato miglior spettacolo, miglior regia e miglior recitazione. Nomination all’ATI Award di New York. Dichiarato d’interesse culturale in Argentina, selezionato al Milano Fringe Festival 2022, al Catania Fringe Festival 2022, selezionato alla Festa di Teatro della Regione di Santa Fe 2022, selezionato al FETI – Bueno Aires, selezionato al MET – Puerto Madryn. Uno spettacolo unipersonale applaudito, e che per l’appunto ha ricevuto i consensi del pubblico non solo in Argentina ma anche nel mondo – come citato poc’anzi.
Agustina Toia, come ci si sente ad essere l’interprete di questo show? «È una meraviglia, perché quello che succede poi con il pubblico è una cosa molto forte di tanto ringraziamento, di tanta gioia, di tanta emozione. Quello che sta succedendo con lo show in Argentina, in Italia, ed anche negli Stati Uniti dove siamo stati come compagnia – viaggiando molto, eseguiamo le traduzioni di quanto viene messo in scena. Ad esempio, nella serata di venerdì 25 ottobre, siamo stati a Torre Annunziata ed uno spettatore ci forniva il messaggio di ringraziarci fortemente fornendoci un messaggio per tutta l’umanità. Da questo teatro popolare, universale c’è stato un grande lavoro per la realizzazione di tutto ciò, della cosiddetta ricerca andando anche nei posti dove le Giovanne si sono manifestate, hanno vissuto, ad esempio facendo riferimento alle piazze dove sono state condannate. In qualità di attrice ho una sfida davvero particolare, interpretando tutte le Giovanne. Sono otto donne diverse con otto universi diversi, voci. Come attrice è stata una sfida davvero grande. Creare ogni universo, ogni piazza, ogni luogo. È molto bello questo gioco teatrale, di costume, scena, e davvero profondo, direi!».
Quali sono le emozioni che scattano nel momento in cui si apre il sipario? «La gente rimane presa dallo spettacolo essendo molto creativo. All’uscita di ogni Giovanna, scattano gli applausi. Si tratta di una emozione molto grande quella in gioco. Fa riferimento di un vero rituale da trarre. Sebbene è un omaggio per le donne, vale per tutti!».
Si parla di “eresia cosmica”, poiché le storie viaggiano da milioni di anni e in tutte le culture del globo terrestre, essendo a tutti gli effetti un vero e proprio rituale teatrale, dove il pubblico si riconosce. “Tutte siamo Giovanna”, ti ha detto una volta una ragazza guardando lo spettacolo. Ovvero che anche se oggi le donne sono libere di esprimere i loro pensieri, i loro ideali professionali e personali, c’è tanta memoria, tanto storia per l’appunto…«Sì certo! Si parla di filosofia, di politica, di femminismo, delle lotte per la libertà delle donne, ma anche c’è tanta memoria, tanta storia. È un profondo omaggio. C’è una continua ricerca delle storie, del corpo, della voce. Viviamo l’atto teatrale come una opportunità per parlarne al mondo. E al termine di ogni spettacolo, lasciamo un quaderno che presenta dipinti di alcuni artisti; dove gli spettatori scrivono all’interno un messaggio. E stesso lì, esprimono quello che hanno sentito, che hanno vissuto, dicendoci cose bellissime. Dopo questo grande lavoro, torna a noi un particolare scambio con il pubblico. La gente difatti rimane super emozionata!».
Quant’è forte nella tua vita la radice argentina? «Tanta! Noi popolo argentino, siamo un mix di tanti fattori. Mi sono formata in Italia tanti anni. Ho vissuto a Roma per otto anni formandomi con i grandi maestri teatrali del XX Secolo. Abbiamo sempre lo spirito nel trovare la soluzione giusta, di andare avanti, di fare tanti chilometri nonostante le distanze. Portiamo dentro, tante culture».
La tua passione per la recitazione nasce dopo un periodo di formazione a Bueno Aires con diversi maestri, e durante sette anni in Europa frequentando l’Accademia di Teatro in Argentina. Mi dici com’è andata la cosa? «Ho svolto quattro anni di Accademia come attrice a Rosario. Ho vissuto in un piccolo paese di Santa Fe, a Bueno Aires ho lavorato per un’annata al Teatro General San Martino formandosi con Cristina Vanegas, ed altri maestri. La formazione subito dopo il compimento dei 23 anni è proseguita in Italia. Ed è stata una esperienza bellissima perché ho studiato, incontrato con tutti i maestri dei quali imparavo i manuali stesso in Argentina. Sono molto curiosa come artista. Mi piacciono non solo le lingue parlandone diverse, ma anche i linguaggi teatrali. Inoltre ho studiato la biomeccanica a Perugia, e con altri maestri alla Sapienza di Roma. Mi sono formata tanto in Italia. Si tratta di una Nazione che amo tanto. Andando così a creare una propria identità professionale-teatrale. Il focus di ogni artista sta nel punto di trovare la giusta strada da percorrere, come la vediamo, la pensiamo e su come riusciamo a fare il meglio!».
Agustina hai organizzato tournée, svolto seminari, preso parte a festival internazionali, e realizzato diverse opere teatrali e cinematografiche nella tua Argentina, in Italia, Svizzera, Germania, Burkina Faso, Belgio, Messico, Guatemala, Costa Rica, Micaragna, Nicaragua, Honduras, El Salvador. Quasi quasi, si vien voglia di dire che artisti si nasce. C’è quasi quel fuoco dentro, che ti porta a fare quello che esattamente vuoi fare…«Certamente! Sono nata come regista, e poi in seguito ho proseguito con la carriera da attrice. Ad esempio, fin da piccola, durante le feste e le festività natalizie, assieme alle mie cugine preparavo gli spettacoli. Da tanti anni svolgo l’attività di regista. Quello che mi piace di più è creare gli universi, creare le storie, scriverle. Si nasce artista! Lo dicevo fin da sempre, che mi sarebbe piaciuto intraprendere questo percorso».
Agustina, ti definisci una donna…«Libera, curiosa, poliglotta, viaggiatrice, passando tutto dall’esperienza. Faccio anche cinema, dipingo, scrivo delle poesie. Credo che l’esperienza sia la cosa più importante più dell’Accademia in sé, e vivere ogni momento a pieno, conoscere delle culture. Ho studiato tantissimo ma posso dire a tutti di buttarsi a tutto campo con ciò che è nuovo, i viaggi, senza tralasciare ciò in cui si crede fortemente».
Un nome, otto donne, l’amore, la guerra, la giustizia, la libertà, la storia, la poesia, la follia, la lotta in “Le Giovanne, in un’eresia cosmica”. Cos’altro vorresti aggiungere per definire maggiormente lo show teatrale? «Quello che hai detto è perfetto per lo spettacolo essendo presente all’interno tutti gli elementi. Eresia cosmica sta per trovare la propria strada ascoltando il proprio cuore, non dare credito a possibili pregiudizi di altri riguardo alla condizione di donna. Le Giovanne sono andate per diversi modi contro quello che gli era permesso a quel tempo, come donne in ogni loro realtà».
Restando sul fondamentale tema della questione femminile oggi, ci racconti quanto si è ancora lontani da una invece, decisa parità di genere? «Si sono conquistate tante cose anche se tanto c’è ancora da fare. Lo show prende a pieno tutta la forza, l’urlo delle donne ma per parlarne al tempo stesso di noi tutte. La vera condizione di oggi, consiste nel ritrovare l’umano essendo alienati dal forte utilizzo del mondo digitale».
Toia&Callaci è la compagnia internazionale di teatro fisico poetico, politico e popolare. Ci racconti? «È molto particolare. Dal punto di vista dell’attività attoriale è principalmente fisico-poetico. Abbiamo lavorato nel ritrovare per lo spettacolo delle immagini poetiche, arrivando poi a cento di esse. Politico nel senso di ciò che accade. È poi popolare perché parla a tutti, in qualsiasi lingua, in qualsiasi Paese, a qualsiasi genere di età. Ci teniamo tanto alla cosiddetta messa in scena! Ha una particolare potenza grazie a questi focus, che vengono utilizzati».
Regista, attrice, produttrice, drammaturga, filmmaker, poliglotta e tanto tanto teatro. Qual è il vero segreto? «Seguire la propria strada! A volte è davvero molto semplice se svolgiamo quanto stesso noi sentiamo. Posso dire di essere arrivata fin qui per seguire il mio forte credo, tenendo conto del rispetto per gli altri. Occorre sempre essere curiosi, ed essere in movimento, di non perdere lo sguardo da bambino. Andare incontro a ciò che rappresentano il particolare, i dettagli della vita – nei viaggi, anche quando ci confrontiamo con i nostri amici, quando ad esempio conosciamo un’altra persona. Creando così una giusta realtà».
Dei consigli da poter estendere a chi vorrebbe intraprendere la carriera teatrale? «Ci vuole tanta pazienza, passione e costanza. Credere, avere fiducia sono concetti davvero importanti per realizzarsi professionalmente».
Sulla base delle tue esperienze, ci puoi raccontare come avviene una ideazione, la progettazione, e la realizzazione di una performance delle parti da studiare di un copione? «Fare prove, ed una volta sviluppato il copione, focalizzare l’attenzione per lo studio testi da parte degli attori».
La scrittura scenica nasce da…«Nasce dalla poesia. Infatti scrivo testi, canzoni, lavoriamo con la drammaturgia dell’attore ovvero l’insieme delle tecniche e delle azioni sceniche che lo stesso personaggio può utilizzare per creare un’esperienza teatrale davvero al massimo delle sue performance. Mettersi in gioco, buttare giù dei testi anche con l’improvvisazione. Adesso mi trovo in un periodo dove vengo catturata molto spesso dall’ispirazione, e poi li metto in scena».
Professionalmente parlando quali autori rappresentano più da vicino Agustina Toia attrice, regista ed Agustina Toia, donna? «Ce ne sarebbero davvero tanti da poter citare. Ad esempio, c’è una mia maestra che ha lavorato con grandi nomi del teatro collaborando anche con Fellini. Come creatrice teatrale, l’allenamento della biomeccanica mi ha dato quella spinta in più nel settore per la recitazione».
Possiamo dire che il teatro ha catturato fin da sempre te e, viceversa il pubblico rende grande riconoscimento ogni volta durante gli appuntamenti teatrali. Ci fornisci fragilità e punti di forza? «La mia determinazione. Essere presenti, e curiosi su tutto».
Quali sono i progetti futuri? «Assieme a Severo Callaci, il mio compagno – è il regista dello show teatrale con cui abbiamo messo in scena Le Giovanne partendo dalla recitazione alla drammaturgia per poi passare dalla regia alla cosiddetta messa in scena. Quest’anno abbiamo girato in Argentina un lungometraggio di una fiction che si intitola “La Luce della pioggia”. E ne stiamo facendo il montaggio. Sicuramente nel prossimo anno, lo presenteremo all’interno dei festival. Stiamo poi creando anche un altro spettacolo; la compagnia di una regia che compie dieci anni. A Bueno Aires presenterò un nuovo prodotto finale di cui mi occupo della regia. Insomma siamo sempre sul pezzo. Quando diventeranno tutte realtà concrete, le spoilerò».
Sognando davvero in grande, dove ti ci vedi? «Avere un ruolo da protagonista in qualche film perché no, a Venezia, e chissà dove altro. Mi definisco una persona che punta dritto negli obiettivi prefissati. Non so se capiterà ma ci credo fortemente per poter avvicinare la realtà».
Parliamo un attimo di social. Posso chiederti, che cosa ti piace e che cosa non ti piace di più in questo mondo diventato sempre più virale dai social network? «Nell’ambito lavorativo è strettamente importante l’utilizzo. Per altre questioni ritengo che sia necessario mantenere un uso moderato dei social».
Ringraziandoti per la partecipazione, in che modo vorresti lanciare un messaggio ai lettori e alle lettrici di topnewspop? «Certo! In particolare modo dopo questa intervista, al gran pubblico, aspetto tutti quanti voi al FaziOpenTheater di Capua domenica 27 ottobre alle h 19 per “Le Giovanne, un’eresia cosmica”. Arrivando dall’Argentina approfittatene! È una grande opportunità per chiunque vorrà esserci per vedere il lavoro teatrale e condividere ognuno nella propria forma questo fondamentale obiettivo da porci nel confronto dell’universo femminile rispetto a quanto accadeva tantissimi anni fa».
“Le Giovanne, un’eresia cosmica”
Testo di Agustina Toia. Regia e messa in scena di Severo Callaci.
Interprete: Agustina Toia.
Costumi di Laura Perales, Kitty Di Bartolo, Rosa Arena.
Costruzione maschera: Cristian Medrano.
Fotografia: Pane Marucco, Alejandra Boccardo.
Arte grafica: Adriano Di Mauro.
Voce fuori campo: Neli Ramello, Bernadette Lucarini.
Musica: Sol Gabetta.
Grazie Mille a te Agustina Toia per la disponibilità e professionalità!
«Grazie Mille Moreno De Rosa. E grazie mille alla redazione di topnewspop». Sorridendo afferma – «A presto».