Cronaca – Addio a Papa Francesco, dodici anni di pontificato.
Aveva ottantotto anni. È stato il Papa della misericordia, sempre a sostegno dei poveri e degli esclusi
Il cardinale Kevin Farrell ha annunciato la morte di Papa Francesco, il 21 aprile: “Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte del nostro Santo Padre Francesco. Alle h 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla Casa del Padre. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e degli emarginati”.
Riecheggia nella mente di molti: “Non dimenticate di pregare per me” – affermato dal Pontefice al termine dei suoi Angelus. I fedeli in preghiera si riuniscono a Piazza San Pietro, per esprimere la loro fede.
In pochi minuti la notizia ha fatto il giro del mondo.
Storia – Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco, era nato a Buenos Aires il 17 dicembre del 1936 da una famiglia di origine piemontese. È stato il primo gesuita a diventare Papa. Studiò chimica presso una scuola tecnica argentina e ottenne un diploma di tecnico chimico. All’età di diciassette anni decise di intraprendere la vocazione sacerdotale. All’età di ventidue anni accesse nel seminario diocesano di Villa Devoto a Buenos Aires e dopo qualche tempo decise di far parte della Compagnia di Gesù. Entrò in seminario nel 1958. In Cile nel 1960 venne inviato per completare il noviziato. Tornò in Argentina per continuare gli studi umanistici. Studiò filosofia e ottenne la laurea in teologia nel 1963. Fu ordinato sacerdote, il 13 dicembre 1969, a quasi 33 anni. Nel 1973 – nominato padre superiore provinciale per l’Argentina ricoprì l’incarico fino al 1979. Tra il 1970 e il 1971, continuò la sua formazione in Spagna, e il 22 aprile del 1973 prese l’impegno solenne e definitivo all’interno dell’Ordine dei Gesuiti. Tornato in Argentina, divenne maestro dei novizi, professore di teologia, consultore della provincia dei gesuiti e rettore del Collegio. Il 31 luglio 1973 venne nominato provinciale dei gesuiti dell’Argentina.
Dopo sei anni, tra il 1980 e il 1986, tornò a lavorare nel settore universitario come rettore del collegio di San Giuseppe e parroco a San Miguel. Si recò nel 1986 in Germania per completare la sua tesi dottorale, ma poi fu mandato a Buenos Aires e successivamente a Córdoba, dove lavorò come direttore spirituale e confessore. Il 28 febbraio del 2013 dopo appena diciassette giorni dall’annuncio, Papa Benedetto XVI, Papa Ratzinger annunciò le dimissioni in qualità di pontefice. E Jorge Mario Bergoglio, pur non essendo indicato tra i papabili, tornò al centro delle manovre delle Congregazioni generali, ovvero gli incontri tra le porpore che precedono il Conclave, per avanzare le candidature. Furono necessari cinque scrutini per raggiungere la fumata bianca, la sera del 13 marzo del 2013. All’età di settantasette anni, fu annunciato dal cardinale protodiacono Tauran come Pontefice. Scelse il nome Francesco, che nessun Pontefice della storia aveva pensato di scegliere – in funzione proprio dei poveri si fa riferimento ad un rivoluzionario dei suoi tempi, Francesco, come poverello d’Assisi.
Dieci giorni dopo, il 23 marzo del 2013 – alle h 11:45 Papa Francesco si recò in visita dal Papa emerito Benedetto XVI a Castel Gandolfo. Momento iconico, passato alla storia per l’eccezionalità della compresenza di due Papi. Ha effettuato viaggi a Lampedusa e Lesbo. Il 25 maggio del 2014 il Papa prega davanti al muro fra Israele e Palestina. Il 20 dicembre del 2015 giunge la visita del Pontefice a Cuba, per l’incontro con Fidel Fidel Castro. Il 24 settembre dello stesso anno, ha effettuato il discorso al Congresso Usa. Successivamente, il 12 febbraio del 2016 si svolse l’incontro a Cuba tra il Papa e il patriarca Kirill. Il 4 febbraio del 2019 il Papa incontrò il Grande Imam di Al-Azhar, il professor Ahmad Al-Tayyeb.
La pandemia, la preghiera in Piazza San Pietro, il 27 marzo del 2020: “Nessuno si salva da solo”. Un messaggio di unità e fratellanza rilanciato dall’Enciclica ‘Fratelli tutti’.
Cinque anni dopo, la notte di Natale Papa Francesco apre la Porta Santa per il Giubileo del 2025 dedicato alla speranza. Il 26 dicembre a Rebibbia per la prima volta in un giubileo ordinario la Porta Santa viene aperta in un carcere.
Il 9 aprile dello stesso anno, Bergoglio ha incontrato a Roma Re Carlo e Camilla nel giorno del loro ventesimo anniversario di matrimonio.
Dopo il ricovero durato trentotto giorni al Politecnico di Roma, iniziato il 14 febbraio – per una bronchite che aveva reso necessario un cambio di terapie e accertamenti diagnostici, l’ultima uscita di Bergoglio in pubblico è avvenuta in occasione della benedizione ‘Urbi et Orbi’ a Piazza San Pietro nel giorno di Pasqua, domenica 20 aprile 2025.
Alle 19:30 di lunedì 21 aprile in Piazza San Pietro – si è svolto il rosario in suffragio di Papa Francesco diretto dal cardinale Mauro Gambetti. Martedì 22 aprile si terrà la prima Congregazione dei cardinali. Per l’omaggio di tutti i fedeli – la traslazione della salma del Papa potrebbe avvenire il 23 aprile nella Basilica Vaticana.
Dal mondo dello sport – il messaggio del San Lorenzo, la sua squadra di calcio del cuore: “Pronti a dedicargli il nuovo stadio”. L’ex portiere azzurro Buffon: “Ci ha scosso l’anima, lo porterò sempre nel cuore”.
Il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna: “Papa Francesco ha amato fino alla fine. Quel suo giro con la Papamobile per salutare tutti e farsi salutare da tutti, è il gesto di un Papa che non si è mai risparmiato”. Si è avvicinato alle persone perché voleva comunicare l’amore di Dio per l’umanità concreta, così come è, senza filtri, senza ipocrisie, coinvolgendo per l’appunto tutti”.
Le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «Accanto al dolore per la morte di Papa Francesco, avverto, come ho detto stamani, un senso di vuoto: il senso della privazione di un punto di riferimento cui guardavo. Ha conquistato il mondo, sin dal primo momento, già con la scelta del nome. Gesuita, figlio della spiritualità di S. Ignazio, si è richiamato a San Francesco, sottolineando la ricchezza dei carismi che nella Chiesa si integrano. Come non ricordare “Laudatosi” sull’equità nell’uso delle risorse naturali? O “Fratelli tutti” sulla unicità della famiglia umana? O la sua costante attenzione alle periferie del mondo, ai poveri, ai più deboli, ai migranti? Certamente anche ricordando i suoi avi emigrati dal Piemonte in Argentina. O la sua preghiera da solo in piazza San Pietro nei giorni del Covid? Francesco è stato sempre uomo di speranza convinta contro ogni difficoltà. L’ha trasmessa anche nei giorni della sua malattia offrendo un esempio per tutti i sofferenti”.
Papa Francesco è stato sempre molto vicino ai giornalisti ed anche ai temi della comunicazione. Nel 2016 Bergoglio si congratulò per i trenta anni della trasmissione Unomattina – condotta in quella edizione da Francesca Fialdini e Franco Di Mare. Ricordiamo l’intervista del 1 novembre del 2023 effettuata dal direttore del TG1, Gian Marco Chiocchi. Inoltre in occasione della puntata di Che tempo che fa, andata in onda domenica 14 gennaio 2024 si è raccontato da Fabio Fazio su canale Nove – in un’altra intervista.
Da ogni parte del globo terrestre continua l’ondata di affetto, con messaggi di cordoglio, a testimonianza di un amore che oltrepassa i confini delle nazioni. Bergoglio parlando in modo moderno, superando per certi versi degli stereotipi convenzionali – è andato incontro dal più piccolo a più grande a livello generazionale – donando loro il concetto del rispetto, della pace, dell’amore e di diverse parole-chiave da farne tesoro per appianare i dissidi, dove occorre superare i contrasti e stare bene con sé stessi: con ‘grazie’ per aiutarci reciprocamente; ‘scusa’ – affermando ciò prima che finisca la giornata; ‘permesso’ per non essere invadenti.
L’apertura ai divorziati, agli omosessuali, la valorizzazione delle donne – fino a dare loro il posto che da tempo era riservato esclusivamente ai cardinali.
Dodici anni di pontificato all’ombra di Piazza San Pietro di Roma, che lasciano un segno indelebile per quanto ha fatto attraverso il suo operato e la sua potente vicinanza per coloro che sono più fragili. Non ha mai smesso di lottare di un centimetro nella sua battaglia, lanciando ogniqualvolta messaggi di speranza per chi soffre, e seppur con un volto affranto e segnato dalla stanchezza e dalle cure che stava sostenendo, ultimamente, ha dovuto rinviare appuntamenti routinari come da calendario – è andato oltre tutto, sminuendo delle volte qualche fatto più pesante e verrà ricordato per il suo dono, la sua spontaneità, la sua genuinità nell’essere vicino a sostengo di tutti – per la sua rilevante lettura che ha conferito alla maggior parte dei credenti. Ignazio Ingrao, Giornalista, autore televisivo, vaticanista Rai – segue da vicino le vicende della Santa sede del Vaticano.
Papa Francesco lascia una eredità che è culminata nell’apertura della Porta Santa. Il Giubileo della speranza lanciato da Bergoglio proseguirà fino al 6 gennaio 2026. Resterà fortemente il suo forte senso di grande umanità.



